Cosa c’è nella pasta? Leggende, idee, valori nutrizionali, passato e contemporaneità. Sfatando miti diffusi, e analizzando i valori nutrizionali che questa prelibatezza offre, scopriremo cosa la pasta contiene.

La leggenda

@Credit Photo Italianità Blog

La convinzione diffusa, soprattutto nel continente americano, che Marco Polo abbia introdotto la pasta in Italia e poi in tutto l’Occidente dopo il suo ritorno dalla Cina nel 1292, è una leggenda metropolitana. Questa teoria è emersa negli Stati Uniti nel 1938 attraverso il “Macaroni Journal”, pubblicato da un’associazione di industriali statunitensi e canadesi con l’obiettivo di internazionalizzare l’immagine della pasta e svincolarla dagli stereotipi legati ai ghetti italiani.

Tuttavia, questa storia è stata smentita da storici e studiosi del tema, poiché esistono prove documentate dell’esistenza della pasta in Italia molti secoli (o addirittura millenni) prima del ritorno di Marco Polo dalla Cina nel 1292. Le prove includono reperti archeologici dell’Evo Antico, testimonianze nel Medioevo e documenti storici che attestano l’uso e la presenza della pasta in varie regioni italiane.

La fantasia degli statunitensi negli anni ’30 è stata alimentata da una frase di Marco Polo riguardo al regno di Fansur, in cui menziona l’utilizzo di farina di alberi grossi per fare pasta e lasagne. Tuttavia, questa menzione si riferisce semplicemente all’albero del pane, dimostrando la familiarità di Polo con la pasta prima del suo viaggio in Cina.

In realtà, sia la pasta italiana che quella cinese hanno origini indipendenti e distanti, sviluppandosi parallelamente nelle rispettive culture senza alcuna influenza reciproca. La storia della presunta introduzione della pasta in Italia da parte di Marco Polo è quindi una leggenda priva di fondamento storico.

Valori Nutrizionali: cosa c’è dentro la Pasta.

Immergersi nei valori nutrizionali delle nostre amate paste è un viaggio avvolgente nel mondo dell’eccellenza culinaria.

L’80% di amido che compongono questi tesori gastronomici è come il cuore pulsante di una sinfonia di sapori.                  Le proteine, seppur presenti in minor percentuale, sono la melodia costante che rende unico ogni morso. Le carenze, invece di essere un’ombra, sono spazi aperti per l’ingresso di nutrienti extra.

Verdure colorate portano con sé un carico vitale di vitamine, mentre carni e legumi, come ballerini esperti, contribuiscono all’apporto proteico essenziale. Il pesce, ricco di acidi grassi omega-3, offre una nota salutare e fresca, mentre formaggi e oli, soprattutto l’olio d’oliva, aggiungono strati di bontà con i loro grassi benefici.

Sotto i riflettori calorici, la pasta è poesia calorica: 350 kcal raccontano storie di energia e vitalità, guidandoci attraverso un’esperienza culinaria appagante e completa. In ogni piatto di pasta, c’è un’ode al nutrire corpo e anima.

La pasta in Italia: idee dentro la storia, il cinema e la tv

La pasta rappresenta per il popolo italiano non solo un alimento ma un elemento di unione profonda in tutta la nazione. Essa è parte integrante della vita quotidiana, della cultura popolare e della stessa essenza degli italiani. Gli ambienti e le atmosfere che circondano un piatto di pasta entrano nell’immaginario collettivo riguardante l’italiano medio in tutto il mondo, influenzando la letteratura, la musica, l’opera e il cinema.

La Pasta durante l’Unità d’Italia

Cesare Marchi, riconoscendo nella pasta un potente simbolo unitario durante l’unità d’Italia, la descrive come un elemento capace di unire più di servizio militare o suffragio universale. La pasta diventa quindi il collante di una nazione, sognata dai padri del Risorgimento come “pastasciutta”.

La Pasta attraverso i Secoli

Nel Medioevo, Giovanni Boccaccio nel Decameron sottolinea il ruolo della pasta come simbolo di abbondanza alimentare. Nel XVI secolo, i maccheroni diventano sinonimo del popolo italiano e ispirano un genere letterario chiamato “poesia maccheronica”. Nel XIX secolo, emigrando in massa, la tradizione culinaria italiana viene spesso stereotipata e ridicolizzata, soprattutto in relazione alla pasta, alimentando l’antitalianismo.

Polemiche e Riconciliazioni: La Pasta nel XX secolo

Nel 1930, Filippo Tommaso Marinetti propone una crociata contro gli spaghetti, accusando la pasta di indebolire lo spirito guerriero degli italiani. Tuttavia, questa polemica si risolve rapidamente, e Marinetti stesso viene ritratto mentre mangia spaghetti, diventando oggetto di derisione popolare.

La Pasta sullo Schermo: Cinema e Leggende Metropolitane

 

Miseria-e-nobiltà- Scena della Pasta & Totò

Credit Photo @ilGiornale


Il cinema italiano ha spesso trattato il tema della pasta, da film come “Miseria e nobiltà” a opere di registi come Roberto Rossellini e Federico Fellini. Nel 1957, la BBC trasmette un documentario sulla “raccolta primaverile degli spaghetti”, creando una leggenda metropolitana infantile e divertente tra i bambini stranieri dell’epoca.

La Pasta Italiana: Identità e Protezione

La pasta alimentare, simbolo unificante della cultura italiana, è un alimento tipico salvaguardato e protetto dallo Stato italiano e dall’Unione Europea. Cesare Marchi, nel suo libro “Quando siamo a tavola”, sottolinea come il momento del pranzo, seduti davanti a un piatto di spaghetti, unisca gli abitanti della Penisola, incarnando l’unità nazionale.

Produzione e Consumo: La Pasta nel XXI secolo

La pasta secca, in Italia, rappresentando tre quarti dei consumi totali, è ottenuta tramite l’estrusione con filiere al bronzo e la successiva essiccatura di impasti di semola o semolato di grano duro. La legge ne regola le caratteristiche attraverso il Decreto del Presidente della Repubblica n.187 del 2001. Il restante quarto dei consumi è costituito dalla pasta fresca, con un livello di umidità e acidità più elevato, occasionalmente preparata con grano tenero e sottoposta a sfogliatura.

L’Italia è leader mondiale nel consumo di pasta, con 25 kg annui pro capite nel 2014. La produzione annuale di pasta nel 2014 è stata di 3,5 milioni di tonnellate, di cui il 57% esportato principalmente in Germania, Regno Unito, Francia, Stati Uniti e Giappone. L’Italia ha mantenuto la sua posizione di leadership con un valore di circa 2 miliardi di euro nel 2014. Tuttavia, la produzione di grano duro in Italia ha subito una riduzione, portando ad un’importazione del 30-40% del fabbisogno da Canada, USA, Australia, Russia, Francia, Ucraina e Turchia.

Inoltre, alcune aziende producono pasta utilizzando solo semola italiana, rendendo il prodotto più costoso ma garantendo una percentuale proteica elevata. Nonostante la produzione nazionale sia aumentata nel 2016, non è ancora sufficiente per coprire la domanda interna, evidenziando la continua importanza del grano estero nell’industria della pasta italiana.

Paste riconosciute: cosa c’è dentro, o come sono fatte

Le paste riconosciute tra i Prodotti Agroalimentari Tradizionali Italiani rappresentano una ricca varietà di specialità regionali, ciascuna con caratteristiche uniche che riflettono la tradizione e la cultura culinaria locali. Tra queste prelibatezze, la Pasta col ferretto della Calabria che si distingue per la sua forma particolare, ottenuta attraverso l’uso di ferretti metallici che conferiscono una consistenza e una consistenza uniche.

  • In Sardegna, il Malloreddus, caratterizzato dalla sua forma a conchiglia, è una pasta tradizionale che racconta la storia e le tradizioni dell’isola attraverso il gusto unico che regala. La Toscana, invece, vanta i Pici (o lunghetti), una varietà di pasta spessa e ricca di sapore, spesso accompagnata da sughi robusti e sapidi.


     

  • Il Lazio si fa notare con il Pizzicotto, pasta fresca dalla forma originale e dalla consistenza avvolgente, mentre la Liguria presenta le Trofie, pasta piccola e nodosa, ideale per catturare i sapori dei condimenti tipici della regione.
  • Il Veneto si distingue per i Bigoli, una pasta lunga e spessa dal carattere deciso, mentre in Puglia emergono le Orecchiette pugliesi o baresi e gli Strascinati baresi, entrambi esempi di maestria artigianale e di tradizione culinaria tramandata nel tempo.
  • Nel Salento, la pasta assume la forma di Sagne ‘ncannulate leccesi, una specialità che si fonde con la cultura gastronomica locale. Infine, l’Abruzzo offre la Chitarra, una pasta quadrata e spessa che si distingue per la sua origine e il suo caratteristico processo di produzione. Queste paste riconosciute costituiscono un patrimonio culinario straordinario, testimoniando la diversità e l’eccellenza delle tradizioni gastronomiche italiane.
  • La Pasta di Gragnano, proveniente dalla Campania, è un’eccellenza rinomata per la sua lavorazione artigianale e la scelta di ingredienti di alta qualità, rendendola una vera delizia per i palati più esigenti. Nel panorama campano si collocano anche gli Scialatielli Napoletani, una tipologia di pasta larga e piatta, che si fa apprezzare per la sua versatilità in molteplici ricette.

 

Pin It on Pinterest

Share This
Apri chat
Cerchi aiuto?
Ciao
possiamo aiutarti?